Riabilitazione Psichiatrica

La riabilitazione psichiatrica consiste nel progettare e attuare interventi riabilitativi ed educativi per persone con disabilità psichiatrica, per potenziarne il funzionamento personale e sociale e favorire la cosiddetta guarigione sociale. La disabilità non è solo fisica ma anche determinata da fattori ambientali, psicologici e sociali. Il processo riabilitativo ha come obiettivo, attraverso il recupero funzionale migliore possibile, il miglioramento della qualità della vita della persona disabile e la sua integrazione sociale ,lavorativa, sportiva. La riabilitazione quindi mira a massimizzare l’indipendenza funzionale attraverso la stabilizzazione della funzione, la riduzione della disabilità e la prevenzione di complicanze secondarie, attraverso un processo educativo che incoraggia l’indipendenza dell’individuo. In altre parole è un processo di cambiamento attivo attraverso il quale una persona disabile acquisisce e usa le conoscenze e le abilità necessarie per rendere ottimali le proprie funzioni fisiche, psicologiche e sociali (Thompson, 1998).

Gli interventi che rientrano tra i servizi di Studio Equi-Liber sono:

1. Programmi Riabilitativi Individuali (P.R.I.)

E' il progetto riabilitativo ed educativo personalizzato sulle esigenze della singola persona con difficoltà di tipo psichiatrico, strumento fondamentale nell'attuazione di interventi razionalmente mirati alla riduzione della disabilità e al rinforzo delle risorse individuali ed ambientali. Costruire con la persona e mettere in atto il suo progetto è simile ad imbarcarsi in un'impresa nautica utilizzando una buona cartina dei mari e degli affidabili strumenti di navigazione (bussola, vele, manodopera, riserve di cibo e acqua, ecc): quale esploratore lo farebbe senza alcuno strumento? Il progetto comprende anche i fondamentali indicatori che permettono a professionista della riabilitazione e/o all'équipe di valutare, in itinere e a intervalli regolari, l'andamento del progetto e includere neventuali necessarie modifiche.
Nella pianificazione di un programma riabilitativo, ci si sofferma sui seguenti punti:

  1. valutazione globale (assessment sintomatico, funzionale e delle risorse): consente di conoscere e classificare il livello di funzionamento; può essere effettuato tramite colloqui con la persona e/o con informatori qualificati, somministrazione di scale di valutazione, sessioni di role play in abilità specifiche;
  2. individuazione di obiettivi generali nelle varie aree riabilitative: evidenzia le problematiche sulle quali intervenire e gerarchizza l'intervento in obiettivi a breve, medio e lungo termine;
  3. raccolta dei segni precoci di crisi: controlla i sintomi prodromici istruendo la persona a riconoscerli e riferirli tempestivamente, e individua i soggetti a cui rivolgersi e le strategie da adottare al fine di evitare che una nuova crisi psicopatologica comprometta l'intero progetto;
  4. pianificazione dell'obiettivo specifico: definisce le modalità di raggiungimento, i tempi, i luoghi e gli operatori coinvolti nonché le date di verifica per ciascun modulo riabilitativo

2. Interventi riabilitativi domiciliari

Il setting domiciliare rappresenta una delle fasi del trattamento riabilitativo, prendendo in considerazione anche gli svantaggi dati dalla disabilità che si manifestano nella quotidianità della persona così come nel suo ambiente di vita. Il trattamento riabilitativo domiciliare si propone quindi di dare una risposta adeguata ai bisogni di salute, di evitare ricoveri ospedalieri ingiustificati, mantenere l’ambiente di vita della persona e garantire la continuità assistenziale, purché ciò sia appropriato e non costituisca un rischio di aggravamento. L'intervento domiciliare consente inoltre di produrre un sostegno per i familiari e i caregivers della persona, fornendo loro maggiori strumenti di gestione nel quotidiano e attività di psico-educazione

3. Interventi riabilitativi sul territorio

Gli interventi sul territorio sono volti a favorire l'integrazione e l'inclusione sociale, partendo dalla valutazione delle abilità sociali e strumentali della persona rafforzandole al contempo, per permetterle di muoversi tra le varie alternative, possibilità e difficoltà date dall'ambiente. Gli interventi prevedono attività da svolgere all'esterno, sia con il supporto del professionista che, via via, nella sempre maggiore autonomia della persona. Nell'includere interventi territoriali nel progetto individuale si tiene conto delle esigenze e delle preferenze, degli interessi di ogni singola persona, nell'ottica di farle vivere esperienze correttive, portatrici di autostima, senso di autoefficacia, abbastanza stimolanti ma richiedenti in modo gradualizzato.

4. Attività risocializzanti ed espressive

Inserite all'interno del P.R.I. della persona, sono attività volte a rinforzare le abilità sociali della persona e a favorire l'espressione dei contenuti emotivi, cognitivi, comportamentali all'interno di specifiche attività strutturate (le attività espressive). Possono rientrare in questi interventi esercizi di role-play, il Social Skill Training (SST), attività a mediazione corporea, artistica, attività manuali o di esplorazione e conoscenza interiore o ancora attività sportive, in base a quanto preferito dalla persona.

5. Psicoeducazione e prevenzione del disagio

La psicoeducazione è una metodologia applicata nel campo delle scienze della salute mentale che punta a rendere consapevole la persona portatrice di un disturbo psichico, e i membri della sua famiglia, circa la natura della patologia di cui è sofferente e circa i mezzi per poterla fronteggiare. Un percorso oppure colloqui di psicoeducazione sono fondamentali per attivare un processo di corretta informazione sul disturbo diagnosticato: natura del disturbo, caratteristiche e andamento, prognosi, possibilità di trattamento e di gestione, favorendo così l’accettazione e l’elaborazione, la comprensione e la gestione delle sue manifestazioni e, soprattutto, dei suoi segni precoci. Il grande vantaggio della psicoeducazione è il miglioramento della qualità di vita non solo della persona direttamente coinvolta nel disturbo, ma anche della sua rete più prossimale di familiari e caregivers, dimostrato da studi di efficacia. Consente inoltre in modo molto significativo di ridurre il rischio di recidive, di rendere le ricadute meno pesanti emotivamente e svolge quindi funzione preventiva.

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