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La medicina, scienza che ha per oggetto lo studio delle malattie, la loro cura e la loro prevenzione, ha anche una funzione educativa nei termini di pratica dell'"e-ducere" cioè del "tirar fuori" e "condurre" da una situazione di non-conoscenza e non-osservanza di regole rilevanti per la salute e il benessere, a una condizione di consapevolezza e responsabilità (Cosmacini, 2009).
Esplorai il concetto di responsabilità individuale già in questo articolo "L'assunzione di responsabilità nell'aumento del benessere" al quale vi rimando la lettura.
In quest'ottica, la psicoeducazione si profila come una vera e propria forma di educazione terapeutica che "consiste nell'aiutare la persona e la sua famiglia a comprendere la malattia e il trattamento, a collaborare alle cure,a farsi carico del proprio stato di salute e a conservare e migliorare la propria qualità di vita". Ciò implica trasferire delle competenze terapeutiche dai curanti alle singole persone, puntando sulla responsabilizzazione e sulla collaborazione attiva invece che su un atteggiamento di dipendenza e delega.
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COS'E' LA PSICOEDUCAZIONE
La psicoeducazione è definibile come "un'attività socio-sanitaria che consiste nell'esporre in modo chiaro, semplice, didattico e possibilmente interattivo ma soprattutto concretamente utile, le informazioni e le istruzioni per prevenire e affrontare propriamente i disturbi mentali ed i disagi di naturale psicologica ed interpersonale" (Franchini et al. 2007).
La psicoeducazione è stata utilizzata con successo in molte patologie psichiatriche e non solo. Infatti, gli ambiti di applicazione dell'intervento psicoeducativo sono molteplici: educare la persona sulla sua malattia è un atto imprescindibile per il trattamento di patologie come l'asma, il diabete e l'ipertensione, rispetto alle quali i comportamenti come la dieta, le abitudini di vita e l'atteggiamento complessivo nei confronti della malattia stessa possono essere decisivi per il decorso (Colom & Vieta, 2006).
Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità ormai da quasi 60 anni ha riconosciuto l'importanza della conoscenza da parte delle persone e dei pazienti di tutto quanto concerne la propria malattia o il proprio, seppur lieve, disagio: "non è infatti possibile conquistare il massimo potenziale di salute se non si è in grado di controllare tutto ciò che la determina" (OMS, 1947). In quest'ottica, diviene fondamentale osservare gli aspetti biologici, psicologici e sociali e il modo in cui interagiscono tra di loro per definire lo stato di salute, e soprattutto, dare alle persone e alle loro famiglie gli strumenti per affrontare le malattie.
Per fare ciò, la psicoeducazione si basa sui punti di forza e le risorse dei destinatari piuttosto che sulle disabilità; è un approccio che mira all'empowerment, valorizzando le risorse e stimolandone l'utilizzo attivo nella gestione e risoluzione dei problemi. Questo processo di empowerment si basa su un rapporto medico-paziente che ritiene essenziali la collaborazione attiva della persona, l'alleanza terapeutica e la fiducia. La persona e la sua famiglia diventano così co-responsabili insieme al medico della cura, portando ad un miglioramento dell'aderenza terapeutica e degli esiti stessi della terapia.
OBIETTIVI DELLA PSICOEDUCAZIONE
Uno degli effetti degli interventi psicoeducativi è quello di diminuire lo stigma, la vergogna, il disvalore e la sensazione di isolamento che tipicamente accompagnano le malattia psicologicamente e socialmente invalidanti, sviluppando una sensazione di fiducia ed imparando a dare parole alla propria esperienza personale, facendo seguire a queste parole delle azioni consapevoli e responsabili.
Tra gli obiettivi degli interventi e degli incontri di psicoeducazione ritroviamo:
- educare riguardo alla malattia, dandone le relative informazioni
- ridurre il meccanismo di negazione di malattia, destigmatizzandola e riducendo il senso di colpa
- aumentare il senso di responsabilità e di autoefficacia
- migliorare l'aderenza terapeutica per quanto riguarda l'importanza e il significato dei trattamenti farmacologici
- monitorare i sintomi aiutando a riconoscere i segni precoci
- apprendere Tecniche ed abilità utili per ridurre il numero delle ricadute o almeno ridimensionarne l'impatto, finanche a ridurre le recidive
- insegnare tecniche e strategie pratiche di problem solving
La psicoeducazione rappresenta un intervento basato sull'evidenza scientifica e su un modello medico e biopsicosociale del disturbo il cui scopo è insegnare alle persone "a gestire meglio il proprio disagio, a convivere con esso, a identificarlo precocemente, ad assumere la terapia in maniera adeguata e a capire perché è necessario assumerla" (Colom & Vieta, 2006).
"Se la conoscenza può creare dei problemi, non è tramite l’ignoranza che possiamo risolverli."
Isaac Asimov
Fonti bibliografiche:
Cosmacini G. (2009). Prima lezione di medicina Roma-Bari_ Laterza Editori
Franchini L., Vinante C., Florita M., Santoro A., Fresi F. e Colombo C. (2007). Possible role in relapse prevention of the quality of participation in psychoeducational therapy combined with acute antidepressant treatment. Giornale Italiano di Psicopatologia. 13: 466-474
Colom F. e Vieta E. (2006). Manuale di psicoeducazione per il disutrbo bipolare. Roma: Giovanni Fioriti Editore
Organizzazione Mondiale della Sanità (1947) http://www.admin.ch/ch/i/rs/i8/0.810.1.it.pdf
Vasale M., D'Alessandris L., Verrocchio C. (2012). Manuale di riabilitazione per i disturbi dell'umore. Modelli teorici e paradigmi clinici a confronto. Roma: Alpes Italia Srl